Soccorso fluviale e alluvionale: intervista a Vick Mine di Rescue Project

Soccorso fluviale alluvionale: la situazione 

L’Italia sta diventando un paese sempre più devastato dalle alluvioni che richiedono una preparazione specifica nel soccorso fluviale o anche salvamento fluviale. Gli eventi meteo catastrofici sono considerevolmente aumentati, a causa della crisi climatica, del crescente consumo di suolo, di una scarsa programmazione degli interventi di prevenzione e di pulizia. Periodi di siccità come quelli che stiamo vivendo nel momento in cui scrivo questo articolo, rendono il terreno ancora più impermeabile e incapace di assorbire le bombe d’acqua che si riversano al suolo.
Secondo l’ISPRA:
Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media sono Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria che sono, guarda caso, anche tra le Regioni con un consumo di suolo al di sopra della media nazionale”.

Il rischio idrogeologico continua ad essere affrontato e gestito in modo inadeguato.

Oltre alla devastazione del territorio, il prezzo pagato in termini di vittime è altissimo: dal 2000 al 2020 i morti registrati sono stati circa 240 e una trentina i dispersi (Alluvioni e inondazioni in Italia – Wikipedia).
In tutto questo contesto, la macchina dei soccorsi è veramente importante. In caso di emergenza, i primi ad intervenire sono sempre i Vigili del Fuoco, a cui è demandato il compito di organizzare i soccorsi.
Per questo tipo di interventi, i VVF hanno delle specializzazioni e qualificazioni particolari, che sono i Sommozzatori, il Soccorso Acquatico di Superficie, il Nucleo SAF.
Vista però la vastità della zona di intervento è sempre attivata anche la Protezione Civile, che coadiuva e aiuta i VVF nella gestione dell’evento catastrofico.
Nell’ambito della Protezione Civile emerge sempre di più una figura e una competenza che risulta fondamentale per la buona riuscita dell’intervento: quella del soccorritore fluviale e alluvionale.

Il soccorso alluvionale è completamente diverso da ogni altro tipo di soccorso in ambito acquatico naturale.

I pericoli sono maggiori e la situazione può capovolgersi in pochissimi secondi. Le competenze devono essere estremamente trasversali e le attrezzature molto specifiche.
In un’alluvione devi gestire materiali vaganti, messa in sicurezza di cose e persone, liquidi dispersi, recuperi dal basso o verso l’alto. Devi saper mettere in sicurezza sia te che la tua squadra, devi saper nuotare, saper gestire gommoni e/o mezzi a motore. Inoltre, devi lavorare di giorno e di notte e devi conoscere i vari tipi di DPI e le loro peculiarità e utilizzi a seconda dei diversi scenari.
Vista dalla parte del comune cittadino potrebbe interessare leggere l’articolo su cosa fare in caso di alluvione.

Ne abbiamo parlato con Vincenzo Minenna, alias Vick Mine.

Ho intervistato Vick durante una pausa del corso WAVEWater Advanced Vertical Emergency, che si è tenuto a Genova dal 21 al 23 ottobre. Un corso che è stato impostato proprio per migliorare le competenze trasversali del soccorritore fluviale.
Vick è uno dei massimi esperti soccorritori e formatori in Europa nel soccorso fluviale e soccorso alluvionale.
Nella sua scuola Rescue Project – Scuola di Formazione e Soccorso a Caldes si svolgono corsi di salvamento fluviale per formare Vigili del Fuoco, Militari, Aerosoccorritori, sanitari, Soccorso Alpino, Protezione Civile, ecc. Appena finito il WAVE Vick partirà per lo Zambia per gestire un corso di 15 gg sul fiume Zambesi.

Intervista a Vick Minenna

Domanda:

Allora Vick, assodato che la questione delle alluvioni è un problema sempre più frequente, parlaci della figura del soccorritore fluviale e alluvionale. Quali sono le differenze di preparazione e di mezzi, tra soccorso fluviale, soccorso alluvionale, soccorso in mare, ecc.

Risposta:
Partiamo dal tipo di soccorso fluviale che si può fare in alluvione. In Italia abbiamo alluvioni di allagamento e alluvione dove l’acqua “corre”. La cosa che tengo a precisare, però, è che anche le alluvioni più semplici, che possono essere quelle di allagamento, possono modificarsi e cambiare nel tempo. Possono rompersi degli argini, possono esserci delle condizioni per cui una situazione “facile” può diventare una situazione molto pericolosa.
Partiamo dalle differenze che possiamo avere tra alluvione, fiume, mare e lago. Una difficoltà sostanziale è che l’alluvione è difficilissima da allenare e quindi l’allenamento passa nel campo del fluviale.
Il fluviale ha numerose difficoltà, perché ha delle velocità che in altri settori, in altri campi di emergenza, non abbiamo. Ad esempio, dobbiamo riuscire a prevedere dove andrà la persona una volta che entra in acqua e dove arriverà e le varie problematiche che possiamo andare ad incontrare.

In lago, per esempio, questo accade molto meno.

È vero che ci può essere il vento, è vero che ci possono essere onde costruite dal vento, e magari aria non facile da respirare, come succede per esempio sul lago d’Iseo, ma è una condizione comunque più gestibile.
Il mare, invece, come quello che abbiamo qua dietro, a seconda di quanto è “formato” (è un modo colloquiale per dire che ci sono onde stabili, non necessariamente alte. Non siamo ancora nella condizione di mare grosso – NdR), necessità di altri tipi ancora di competenze.
La cosa che vedo spesso in fiume è che pochi si avvicinano a questo campo perché è effettivamente difficile e si intuisce subito la difficoltà, ma poi in condizioni come allagamenti o problemi in laghi o mari spesso ci si trova a lavorare anche con personaggi che non hanno preparazione adeguate.

Partiamo dal fatto che le condizioni di formazione sono fondamentali per poter avere un soccorritore idoneo e in grado di poter lavorare nei vari contesti.

Un soccorritore fluviale alluvionale deve avere esperienza in acqua mossa, quindi non possiamo passare da fare dei corsi in piscina, anche di autoprotezione. Questo perché non fa comprendere i veri rischi e magari dà delle false illusioni che possono poi in grado di intervento risultare molto pericolose.
Inoltre, deve conoscere l’ambiente fluviale, deve conoscere tutta la parte di nodologia (tecnica dei nodi) e deve sapersi muovere in verticale. Infatti, spesso si lavora in ambienti ostili, come rive inclinate, in Alluvione lavoriamo su balconi, o calando persone, e quindi bisogna conoscere bene tutte queste tecniche.
Poi c’è tutta la parte sanitaria quindi BLSD, trauma, PHTC, bleeding control, gestione di tutte queste funzioni in ambiente impervio, perché spesso medico o sanitari non riescono a raggiungere la vittima. Pertanto, dobbiamo prima stabilizzarla e poi portarla dal sanitario.

Queste sono competenze di base, poi ovviamente ci sono gli upgrade.

Ovvero in condizioni particolari può essere utilizzato il gommone, sia a traino oppure a motore, dipende dall’ambiente.
In fiume invece il gommone o i mezzi a motore sono sempre di più usati perché rendono la vita più facile sia nella fase di ricerca, sia nella fase di soccorso fluviale. Non solo a persone, ma anche ai nostri colleghi. Ipotizziamo ad esempio un incastro da piede; con un gommone ti puoi fermare, anche controcorrente, stabilizzare la persona ecc. È molto più sicuro e facile rispetto a raggiungerla a nuoto.
Per quanto riguarda il lago gli spazi sono più ampi rispetto a un fiume italiano, e tendenzialmente quindi si lavora con i mezzi a motore. Anche in mare, a seconda delle situazioni, dobbiamo avere una capacità ottima e anche fisica di nuoto, di lettura delle correnti. In luoghi come qui a Genova dove abbiamo scogli molto alti e rive inclinate, dobbiamo anche saper lavorare in verticale.

Domanda:

Parliamo nello specifico delle alluvioni, come ci sono state ora nelle Marche o come accadono purtroppo spesso anche qui a Genova. Quali altri rischi e pericoli ci possono essere nel soccorso alluvionale?

Risposta:
Ovviamente in alluvione i pericoli sono molteplici. Partiamo dai pericoli che troviamo per esempio sulla strada; guard-rail taglienti, ringhiere, marciapiedi, tombini che saltano e dove ci si può cadere dentro.
Banalmente una piscina, se io cammino e non la vedo ci posso cadere dentro. Poi abbiamo olii, prodotti chimici, idrocarburi, per i quali bisogna utilizzare anche attrezzature specifiche: costume appositi anche per idrocarburi, scarpe idonee, Guanti.
Quindi l’alluvione richiede non solo competenza, ma richiede anche dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale – NdR) particolari, perché comunque ci si trova davvero a lavorare in un ambiente molto ostile.

Ad esempio, con una muta stagna normale bisogna mettere in conto che si può tagliare molto facilmente.

Perché tutto quello che noi troviamo in alluvione, come lamiere molto taglienti, possono provocare seri danni. Poi possiamo trovare macchine incastrate, piante, e tutto quello che l’acqua si porta via quando esonda.
Come abbiamo visto nelle Marche dove c’erano macchine e magari persone sotto a queste cataste di piante.

Detriti portati dal fiume come pericolo per il soccorso fluviale

Domanda:

Pertanto, immagino che anche la preparazione o meglio l’approccio che ci deve essere rispetto al soccorso in fiume o mare o lago, deve essere diverso. In Rescue Project, come addestrate e su cosa preparate gli operatori per il soccorso fluviale e alluvionale?

Risposta:
Innanzitutto, sulla consapevolezza e sui limiti che il soccorritore deve conoscere e comprendere, non solo suoi ma anche della squadra.
Ovviamente per fare questo la formazione passa, ad esempio, da un addestramento su un fiume “importante” in sicurezza, dove non è necessario essere estremamente performanti. Perché la sicurezza non passa dal “faccio panca piano da 150 kg” o correre la maratona ai 20 minuti”. Chiaramente ci sono soccorritori di tutte le età, il grado di sicurezza deve essere sempre idoneo.
Chiaramente il ragazzo di vent’anni, giovane, allenato, potrà avere delle facilità ma non deve essere solo quello lo scopo. Quindi noi lavoriamo molto sul come non fare fatica, sul come cercare di risparmiare energia usando correnti eccetera.
Ad esempio, alcuni insegnano a nuotare controcorrente: cosa sbagliatissima, a meno che non ci sia un’esigenza particolare.

Tutti i soccorritori che hanno avuto incidenti non li hanno avuti perché non sapevano nuotare, ma perché erano sfiniti.

La stessa cosa vale per la classica posizione di sicurezza che è un sistema molto pericoloso. Principalmente, perché può portare all’incastro da piede, che è una situazione molto difficile da risolvere e che può portare in breve tempo alla morte

posizione di sicurezza utilizzata nel soccorso fluviale
Questa è considerata la classica “posizione di sicurezza” che purtroppo invece è molto pericolosa. Il motivo è che si rimane passivi alla corrente e può portare facilmente ad un incastro da piede. Impedisce di leggere il fiume e di impostare gli angoli corretti. Può essere usata solo in situazioni estreme, quando non si ha più la forza di nuotare (NdR).
posizione di sicurezza utilizzata nel soccorso fluviale
Il nuoto deve sempre essere attivo, per entrare e uscire dalle morte, per vedere bene i pericoli, per riuscire a passare sopra ad un ostacolo, ecc. (NdR)

Queste e tante altre manovre noi le analizziamo in virtù anche di tutti gli incidenti che accadono in tutto il mondo. Da qui studiamo e sviluppiamo delle procedure atte proprio ad evitare questi tipi di incidenti.
Di base un soccorritore deve capire dove sta lavorando, perché spesso la domanda che ci fanno è “ma quanto è profondo?” oppure “quando spinge?”. A queste sono domande non ha tanto senso rispondere. Perché la poca profondità può generare comunque un pericolo di incastro da piede. Ugualmente, la pressione che si genera anche con l’acqua fino al bacino può essere elevata.
Se si lavora in Alluvione a Genova, anche l’acqua 10 cm, con tutte queste discese rende tutto molto scivoloso.

Chiaro che dobbiamo conoscere l’ambiente.

È per quello che noi forniamo le persone a 360°. Perché devono conoscere l’ambiente fluviale, alluvionale e devono conoscere tutto quello che ci circonda per poter lavorare. Quindi per l’alluvione lavoriamo principalmente in fiume, in condizioni simili ad un allagamento.
Per quanto riguarda invece laghi e mari, facciamo la formazione quando troviamo il mare formato. Perché il nostro obiettivo è far capire anche i limiti di materiali attrezzature e dispositivi e i limiti che noi in primis abbiamo.

Per un approfondimento sull’argomento vi rimando anche ad un articolo del blog di Rescue Project: Differenze tra alluvione e fiume – Rescue Project.
Invece, per un approfondimento sulla muta per soccorso fluviale e sugli idrocostumi ti consiglio la lettura del mio articolo: “Muta per soccorso fluviale: caratteristiche e criteri di scelta”.

Video intervista a Vick Mine

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