Sommario
Parliamo di sicurezza fluviale e vediamo quali sono i DPI che i soccorritori della Protezione Civile dovrebbero avere durante le operazioni di soccorso sugli argini dei fiumi. Prima però facciamo una premessa. I volontari di Protezione Civile, e del soccorso in generale, sono persone splendide che decidono di dedicare parte del loro tempo per aiutare la collettività. Pur essendo Volontari sono soggetti all’osservanza del Decreto 81/08, come qualsiasi altro lavoratore. Per approfondire questo tema ti invito a leggere i miei articoli sui Soccorritori volontari, sulla Normativa DPI e sui DPI per il soccorritore.
I pericoli che si può trovare davanti un soccorritore sono tanti e per questo esistono le varie specializzazioni. Oggi parliamo in particolare di sicurezza fluviale e del rischio idraulico e idrogeologico.
Lo scenario di rischio di un’operazione sugli argini
Ormai, sempre più spesso dobbiamo affrontare eventi avversi di natura meteo-idrogeologica e idraulica. I volontari che operano in questi contesti si trovano di fronte a situazioni sempre diverse e difficilmente simulabili in un’esercitazione. Quando si parla di sicurezza fluviale si passa dalla sorveglianza arginale, alla stesura dei teloni e anche al soccorso di persone in difficoltà. Per questo motivo è necessaria una formazione continua e l’utilizzo di DPI che possano essere adattati alle varie situazioni. Ne abbiamo parlato in questi articoli: articoli alluvione.
Su un argine ci si deve calare per posare i teloni, mettere pompe in acqua, chiudere buchi, disgaggiare, ecc. Esistono naturalmente forti rischi di scivolamento, con il pericolo di finire in acqua.
Ciononostante, si vedono persone che scendono sulla riva senza protezione oppure facendo catene umane o con una fune legata in vita…
Se una persona finisce in acqua, con la forza del fiume durante un contesto di rischio idraulico, non riuscirà mai a risalire a riva. La corrente è troppo forte e porta con sé numerosi detriti che ostacolerebbero ulteriormente gli sforzi del malcapitato. Se aggiungiamo il fatto che sicuramente l’operatore sarà ben vestito e con un bel paio di stivali che si riempirebbero immediatamente di acqua, le probabilità di salvarsi sono minime.
Abbiamo preparato una serie di DPI (Dispositivo di Protezione Individuale), divisi in Kit individuale e Kit di squadra.
Sono DPI si semplice utilizzo e che non ingombrano il soccorritore nello svolgimento del suo compito, ma che anzi lo agevolano per lavorare con una maggiore tranquillità e sicurezza. Questi kit sono pensati in particolare per le attività sugli argini, ma possono essere utilizzati anche in altri contesti dove sussistano rischi di scivolamento o di caduta dall’alto.
In contesti di sicurezza fluviale, come ad esempio quelli tipicamente alluvionali in centri urbani, potrebbe essere utile integrare questi kit con altri dispositivi. Ad esempio, con rilevatori di gas, sistemi per la protezione delle vie respiratorie, ma anche idrocostumi. Questo perché ci si potrebbe trovare di fronte a fughe di gas, sversamento di liquami o idrocarburi, ecc.
Ricordiamo che la regola base per un soccorritore è “Proteggi te stesso” e la seconda è “Proteggi i tuoi compagni e la tua squadra”.
Qui trovi il video di un corso fatto qualche anno fa con la Protezione Civile di Piacenza, utilizzando dei KIT come quelli proposti in questo articolo.
Sicurezza fluviale: il kit di sicurezza arginale
Il Kit per la sicurezza fluviale di cui parliamo è quello minimo necessario per lavorare in sicurezza su un argine ed è composto da due parti: un Kit di squadra e un kit individuale.
Sicurezza fluviale: kit di squadra
Vediamo quali sono DPI che devono comporre il kit di squadra per la sicurezza fluviale.
In questo kit deve essere presente almeno:
- Linea vita temporanea da 18 metri omologata per due persone. La linea vita dovrà essere tesa tra due robusti ancoraggi: Fuoristrada, guardrail in buone condizioni, tralicci, alberi, ecc. Se la squadra è in grado, si possono costruire ancoraggi mediante picchetti oppure avere un sistema di picchetti già pronto, come questo in foto;
- Funi asolate di misura adeguata a coprire la lunghezza dell’argine. Normalmente si utilizzano funi dai 15 mt ai 30 mt di lunghezza. Se ne dovrà utilizzare una per ogni operatore;
Personalmente utilizzo un avvitatore angolare da 105 Nm. Con il Top Crank riesco tranquillamente a sollevare un carico da 500 kg senza problemi.
- Fettucce di ancoraggio: in alcuni casi, potrebbe essere utile collegarsi ad ancoraggi presenti in ambiente: un tronco, un guard-rail, il gancio traino o la ruota di un mezzo, un traliccio, ecc. Sarebbe pertanto utile avere uno o più dispositivi di ancoraggio certificati, sia tessili che antitaglio;. Ecco alcuni esempi di fettucce tessili, cavi di ancoraggio e fettucce regolabili;
- Moschettoni per collegare tra loro gli ancoraggi, l’imbraco e la linea vita. Consigliamo due tipi diversi di moschettoni: uno in acciaio a tre movimenti per gli ancoraggi e uno in alluminio a due o tre movimenti per i dispositivi sul corpo;
- Una o più sacche per contenere il materiale di squadra;
- Salvagenti autogonfiabili: benché lo scopo dell’utilizzo di un sistema anticaduta sia quello di non finire in acqua, è sempre bene avere una ridondanza nella sicurezza. A causa di un errore umano, di un cedimento del sistema o di un cambiamento improvviso delle condizioni, l’operatore potrebbe cadere in acqua e pertanto un salvagente autogonfiabile è necessario.
Un salvagente autogonfiabile è un dispositivo di sicurezza progettato per gonfiarsi automaticamente o manualmente in caso di immersione in acqua, fornendo galleggiamento e aiutando a mantenere la testa sopra l’acqua.
Come abbiamo detto un salvagente autogonfiabile è un dispositivo necessario in un kit per la sicurezza fluviale, allora vediamo come funziona:
- Sensore d’immersione: è il cuore del dispositivo ed è un sensore che rileva quando il salvagente è stato immerso in acqua. Questo sensore può funzionare utilizzando vari metodi come ad esempio la pressione idrostatica, il contatto con l’acqua o altre tecnologie;
- Capsula d’aria: all’interno del salvagente si trova una capsula d’aria sigillata contenente gas compresso, spesso anidride carbonica (CO2), ma talvolta anche aria compressa. Questa capsula è collegata al sensore d’immersione;
- Attivazione automatica: quando il sensore d’immersione rileva che il dispositivo è entrato in acqua, attiva il meccanismo di gonfiaggio. Questo avviene quando un’iniziale quantità di acqua penetra nel sensore d’immersione, sciogliendo una capsula di soluzione salina che rompe una membrana. Questa reazione chimica attiva il sistema di gonfiaggio;
- Gonfiaggio: il gas compresso all’interno della capsula d’aria viene quindi rilasciato nell’area del salvagente, facendolo gonfiare rapidamente e fornendo il galleggiamento necessario per mantenere il nuotatore o l’utente in acqua con la testa sopra la superficie. Il processo di gonfiaggio è generalmente molto rapido, garantendo che il dispositivo sia pronto per l’uso immediatamente dopo l’immersione.
- Passaggio manuale: oltre all’attivazione automatica, la maggior parte dei salvagenti autogonfiabili include anche un meccanismo di gonfiaggio manuale. Questo permette all’utente di gonfiare il dispositivo anche in assenza di un’immersione o in caso di malfunzionamento del sensore d’immersione.
Un salvagente autogonfiabile offre il vantaggio di essere leggero e poco ingombrante quando non è in uso, rendendolo comodo da indossare o trasportare.
Tuttavia, è importante ricordare che i salvagenti autogonfiabili devono essere regolarmente ispezionati e manutenuti per garantirne il corretto funzionamento. Inoltre, l’utente deve essere addestrato sull’uso corretto del dispositivo in caso di emergenza.
Sicurezza fluviale: kit individuale
Nel kit individuale per la sicurezza fluviale devono essere presenti tutti quei DPI che servono a proteggere l’operatore: casco, imbraco e sistema anticaduta.
Vediamo quali sono:
- Casco: è necessario un buon casco, comodo, certificato EN 397. Può essere chiuso o ventilato, a seconda che si preferisca qualcosa che possa proteggere anche dalla pioggia oppure che lasci circolare un po’ d’aria. Ne esistono di diversi colori e possono servire anche ad indicare i vari compiti all’interno della squadra. Può essere utile integrarlo con una visiera oppure indossare degli occhiali protettivi. La visiera potrebbe essere non compatibile con le torce da testa che si mettono sul casco.
Per sapere qualcosa di più sui caschi e sulle normative porte leggere questo articolo sull’elmetto di protezione;
- Imbraco: un imbraco comodo, certificato EN 361, che lasci liberi i movimenti. Deve essere ben regolabile e avere delle asole porta materiale. Deve avere gli agganci rapidi così da poter essere indossato senza far passare le scarpe sporche tra i cosciali.
Per approfondire l’argomento imbrachi vi consiglio la lettura degli articoli sull’imbracatura anticaduta e criteri di scelta e sul soccorso alpino.
Consiglio anche gli articoli sul soccorso industriale e sulle imbracature anticaduta tutto quello che devi sapere.
- Sistema anticaduta: un sistema certificato EN 353.2 che scorre sulla fune e permette all’operatore di scendere e salire in sicurezza lungo l’argine. In caso di caduta o scivolamento il dispositivo si arresta immediatamente sulla fune. Naturalmente bisognerà fare in modo che l’operatore non arrivi mai alla zona pericolosa. Come fare, viene spiegato nei corsi;
- Maniglia di risalita da tenere all’imbraco. Può essere utile per risalire una fune scivolosa, creare un paranco o da usare come una piccola carrucola;
- Sacca di contenimento del materiale personale: una sacca per contenere il Kit individuale ed eventualmente altri accessori utili per l’attività.
Obbligo di formazione
Tutti i DPI proposti sono DPI di 3^ categoria. Pertanto, gli operatori che li utilizzano devono essere formati e addestrati a seguito di un opportuno corso di almeno 8 ore. Inoltre, il corso deve prevedere anche una prova di evacuazione dell’infortunato, come previsto dalle leggi in vigore.
Tra le normative più importanti che regolano questa tipologia di DPI ricordiamo:
- Dl 81/2008, in particolare gli Artt. 71, 73, 76, 77, 111, 113 e 115;
- Regolamento 2016/425;
- DL 475/92;
- DL 17 del 19/02/2019;
- Decreto 13 aprile 2011: disposizioni in attuazione dell’Art. 3, comma 3-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (cosiddetto Decreto Gabrielli);
- EN 363: 2019.
Per una formazione completa in ambito di sicurezza fluviale e alluvionale vi consiglio la scuola Rescue Project di Vick Mine, con corsi mirati a questo specifico scenario.
Obbligo ispezione DPI
I Dpi di Terza categoria sono soggetti anche a controllo annuale da parte di persona competente, secondo la norma EN 365:2008. Per agevolare questo compito C.A.M.P. mette a disposizione la piattaforma G.T.S. Gear Tracking System. che permette una facile gestione del DPI per l’immagazzinamento e i controlli ispettivi periodici.
A questo proposito ti potrebbe interessare leggere il mio articolo sulla gestione DPI.
Garanzia per i DPI
I dispositivi di C.A.M.P. hanno una garanzia di 3 anni contro ogni difetto del materiale o di fabbricazione, a partire dalla data di acquisto.
Scadenza dei DPI
La durata di vita dei materiali C.A.M.P. è di 10 anni a partire dalla data del primo utilizzo del prodotto e sono previsti al massimo due anni di stoccaggio.
La scadenza non può in ogni caso protrarsi oltre la fine del dodicesimo anno dalla fabbricazione. Ad esempio, se l’anno di fabbricazione è 2020, la durata di vita arriva fino a tutto il 2032.
Protezione funi e materiali Strep®
Quando si utilizzano funi in ambienti ostili, come quelli inerenti alla sicurezza fluviale, bisogna proteggerle. C’è sempre il rischio che possano entrare in contatto con superfici abrasive o vengano calpestate. Spesso si utilizzano anche oggetti trovati nel magazzino: vecchie manichette, tappetini di auto, sacche, ecc. Se si vuole utilizzare qualcosa di più serio e professionale esistono dei dispositivi appositamente studiati per questo scopo.
Se vuoi saperne di più ti rimando a questo articolo specifico sulla protezione per corda.
Movimentazione carichi
Nel kit per la sicurezza fluviale abbiamo inserito anche una serie di verricelli a fune (winch) manuali e a motore.
Questi dispositivi sono molto utili quando si devono movimentare carichi, come ad esempio:
- Pulizia argini;
- Spostamento di materiali in scenari alluvionali;
- Messa in sicurezza di materiale pericolante;
- Creazione di teleferiche per movimentazione di cose o persone.
Per l’approfondimento su questi dispositivi ti rimando all’articolo sugli Apparecchi di sollevamento materiali Harken.
In questo video puoi vedere il KIT presentato al recente REAS:
Qui potete consultare o anche scaricare un pdf con il Kit per Protezione civile per la sicurezza sugli argini descritto in questo articolo.
Per informazioni tecniche o commerciali sui kit di sicurezza fluviale per Protezione Civile Contattami
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