Sommario
Cosa si intende per lavoro su fune? Intanto il lavoro su fune non è un “lavoro” in sé e per sé, ma è una “modalità di lavoro”. Ad esempio, se devo riparare dei balconi o effettuare delle saldature complesse all’interno di un serbatoio, prima di tutto devo essere esperto e competente nell’attività che devo svolgere. Poi, se non ho altri metodi di accesso, sceglierò di operare in fune, se sono abilitato a farlo.
Invece, purtroppo si vedono sempre più spesso squadre di persone che hanno scambiato questa modalità di lavoro per un lavoro vero e proprio e si offrono sul mercato come “lavoratori su fune”.
I lavori eseguiti in fune sono pertanto visti e presentati come una soluzione economica e sbrigativa per ridurre i costi e i tempi dovuti all’approntamento di opere più complesse, come proteggi, trabattelli, ecc.
Ricordiamo però che la legge è molto chiara.
Normativa per il lavoro su fune
La normativa di riferimento per il lavoro su fune è il D.Lgs 81/08 – Testo Unico sulla Sicurezza. L’Art. 111 recita chiaramente: “È necessario dare priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale”.
Pertanto, prima valuterò la possibilità di montare un ponteggio o un trabattello e in seconda battuta valuterò l’uso di una PLE. Ci sono poi alcune attività, come quelle ispettive, che possono essere svolte da droni in modo efficiente, veloce e senza esporre nessuno ad alcun rischio.
Esistono però alcune situazioni in cui questo non è possibile. Ad esempio, se la zona non lo permette oppure perché i tempi dello svolgimento del lavoro non lo giustificano. Altre volte il rischio correlato alla installazione di altri sistemi è superiore a quello del lavoro su fune. In tutti queste situazioni, come ultima possibilità sceglierò di operare con questa tecnica.
Il lavoro su fune è normato e identificato all’interno del Testo Unico sulla Sicurezza.
Precisamente dall’Art. 116 – Obblighi dei datori di lavoro concernenti l’impiego di sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi.
Se vuoi scaricare il testo completo del D.Lgs. 81/08 clicca QUI.
La formazione per questo tipo di lavoro è pervista dall’Allegato XXI: ACCORDO STATO, REGIONI E PROVINCE AUTONOME SUI CORSI DI FORMAZIONE PER LAVORATORI ADDETTI A LAVORI IN QUOTA.
La formazione prevede un corso lavoro su fune di 32 ore di cui 12 ore di parte teorica e 20 ore di parte pratica. Esistono due moduli: uno per le attività in ambienti naturali o artificiali e uno specifico per l’arborismo.
Per chi lavora all’estero la normativa italiana non ha valore e deve pertanto formarsi secondo altri standard.
Ad oggi gli standard riconosciuti in più paesi del mondo sono quello IRATA o SPRAT che però non sono riconosciuti in Italia. Infatti, alcuni lavoratori, come quelli dello spettacolo o dell’Oil&Gas, che operano in diverse parti del mondo, devono frequentare un corso lavoro su fune sia secondo la normativa italiana che quella estera.
Inoltre, l’attività di lavoro su fune deve sempre essere sorvegliata e deve essere previsto un piano di salvataggio per soccorrere il lavoratore in caso di emergenza.
La tecnica di accesso e posizionamento su fune prevede l’utilizzo di due funi: una di lavoro e una di sicurezza. È ammesso l’uso di una sola fune in alcune circostanze in cui l’uso di una seconda fune rende il lavoro più pericoloso, come succede a volte in arborismo.
La fune di lavoro serve all’operatore per progredire verso l’alto o verso il basso con dispositivi adeguati allo scopo.
Ad esempio, discensori, maniglie per risalita, winch, ecc. Infine, sulla fune di sicurezza deve essere presente un dispositivo anticaduta che segue continuamente i movimenti dell’operatore.
Le imbracature per accesso e posizionamento utilizzate nel lavoro su fune rispondono solitamente a tre norme tecniche:
- EN 361: significa che hanno almeno un attacco anticaduta, in posizione sternale o dorsale;
- EN 358: posizionamento. Hanno almeno due anelli laterali sulla cintura per collegare un cordino di posizionamento. Potrebbero averne uno anche posteriore, sempre per posizionamento o trattenuta;
- EN 813: nella parte interiore, hanno un cosiddetto anello ventrale, per ospitare sistemi di posizionamento, trattenuta e progressione su fune. Questo anello non è assolutamente idoneo ad essere utilizzato per arrestare una caduta.
Chi lavora su fune deve stare “appeso” a volte per tanto tempo: immaginate chi deve lavare i vetri sulla torre Allianz a Milano, che è alta più di 200 metri.
Per sospensioni così prolungate si utilizza anche un apposito seggiolino. Questo viene collegato alla parte bassa dell’imbracatura e permette all’operatore di lavorare seduto, diminuendo la pressione data dai cosciali. Per questi motivi l’imbraco deve essere molto comodo oltre che sicuro. Deve offrire un’ottima ergonomia e regolazioni che possano adattarsi bene ad ogni operatore.
Fra le proposte di C.A.M.P. che rispondono perfettamente a queste esigenze, troviamo il seggiolino ACCESS SWING.
Per il lavoro su fune in abito urbano e industriale C.A.M.P. propone due tipi di imbraco, ciascuno declinato in tre modelli diversi: la serie GT e la serie GOLDEN TOP.
Imbracatura per lavoro su fune: SERIE GT di C.A.M.P.
La serie GT delle imbracature per lavoro su fune è stata progettata a seguito della ricerca di C.A.M.P. denominata Sospesi. È una ricerca che C.A.M.P. ha portato a termine negli scorsi anni in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Infatti, insieme al Dipartimento di Scienze della Salute, Ambulatorio di Fisiologia Clinica e dello Sport ha studiato la sindrome da sospensione e come ridurne gli effetti. È una ricerca unica nel suo genere e che nessuna altra azienda in Italia ha mai fatto.
In base ai risultati ottenuti C.A.M.P. ha progettato tutti i nuovi dispositivi. Se volete consultare le relazioni conclusive potete scaricare la fase 1 e la fase 2 del progetto.
Nella serie GT i cosciali si uniscono nella parte anteriore verso l’alto, quasi all’attacco con il cinturone, lasciando così molto libera la coscia dell’operatore e risultando più comodi anche per attività a terra.
Sono ben imbottiti e regolabili, e dotati di una fibbia rapida STS, facile da aprire e chiudere anche con i guanti.
La parte posteriore del cosciale è collegata al cinturone tramite delle fasce regolabili, così che l’operatore possa posizionarli in maniera più comoda dove preferisce.
La fascia centrale hai i due anelli di posizionamento EN 358 in alluminio, ripiegabili a scatto all’indietro, così da non intralciare l’operatore quando non sono utilizzati.
L’anello ventrale EN 813, a cui si collegano i dispositivi per la discesa e la risalita, è anch’esso in alluminio. Nella parte anteriore, di fianco all’anello di posizionamento troviamo due fibbiette che servono per il collegamento al seggiolino.
Nella parte posteriore è presente un altro anello, tessile, certificato EN 358.
La cintura è dotata di dotato di quattro portamateriali e 5 asoline tessili per il collegamento di sacche portamateriale.
La forma è molto comoda, con la parte posteriore molto alta, per offrire maggiore superficie di appoggio alla schiena e rastremata sui fianchi così da non impedire i movimenti laterali dell’operatore.
Il pettorale, ben imbottito ha due attacchi anticaduta EN 361: uno dorsale e uno sternale. Nella parte posteriore, il pettorale è collegato al cinturone tramite una fascia regolabile che permette di spostare l’attacco dorsale nella posizione più adeguata.
I modelli di imbracature per lavoro su fune della serie GT sono 3: GT TURBO, GT e GT XT.
Modello GT Turbo
Nel modello di imbracatura per lavoro su fune GT TURBO il pettorale è collegato direttamente al cinturone con una fascia anche nella parte anteriore. Inoltre, è già dotato di un ventrale di risalita TURBOCHEST che è facilmente smontabile per controlli e sostituzioni.
La parte tessile di collegamento del cinturone è divisa in due asole concentriche: una ospita l’anello ventrale EN 813 mentre l’altra ospita il moschettone di collegamento del pettorale.
Sotto l’anello sternale si trova una fettuccia che serve per collegare un bloccante ventrale. Ad esempio, il nostro Turbochest o anche il SOLO 2 che andrà poi fissato alla parte inferiore direttamente nel moschettone NEXUM.
Sono inoltre dotate di un sistema “HOOK Rest” sugli spallacci. Questi attacchi servono infatti per alloggiare i moschettoni dei cordini ad Y quando non sono in uso ed evitare che intralcino i movimenti del lavoratore.
Infine, per alcune attività particolari, la parte superiore dell’imbraco può essere tolta e si utilizza solo la parte inferiore.
Modello GT FIXE
Il modello di imbracatura per lavoro su fune GT FIXE il pettorale è identico alla GT, ma ha i cosciali fissi e regolabili, non apribili.
Modello GT XT
Il modello di imbracatura per lavoro su fune GT XT è certificata anche secondo la normativa statunitense ANSI(American National Standards Institute) analoga al nostro CE.
La costruzione di base è la stessa dell’imbracatura GT. Però, in più ha gli indicatori di caduta e il moschettone ANSI D 3LOCK PIN in acciaio con apertura a tre movimenti per il collegamento pettorale-cinturone.
Sugli spallacci sono presenti due asole con sgancio di sicurezza che servono per ospitare in “parcheggio” i moschettoni dei cordini anticaduta quando non sono utilizzati.
Infine, la GT XT disponibile anche in colore nero.
Imbracatura per lavoro su fune: SERIE GOLDEN TOP di C.A.M.P.
Nella serie di imbracature per lavoro su fune GOLDEN TOP i cosciali, di forma classica, sono ben imbottiti e regolabili. Inoltre, sono dotati di fibbie a sgancio rapido STS e collegati alla cintura nella parte posteriore con due fasce regolabili.
Anche in questo modello la fascia centrale hai i due anelli di posizionamento EN 358 in alluminio e ripiegabili a scatto all’indietro. In questo modo non intralciano l’operatore quando non sono utilizzati.
Come nel modello GT, l’attacco ventrale è composto da due asole concentriche. Uno per l’anello in allumino EN 813 e l’altro per il moschettone di collegamento del pettorale.
Inoltre, i portamateriali sono tre: due davanti e uno dietro. Sono presenti quattro piccoli anelli metallici per il collegamento di sacche portamateriali.
Infine, il collegamento al seggiolino avviene con due moschettoni che andranno collegati all’anello ventrale. Per i moschettoni è consigliato il NANO 22 di C.A.M.P.
Il pettorale è collegato nella parte posteriore attraverso due fasce, che sono cucite al cinturone e terminano direttamente nei cosciali.
Il pettorale ha due attacchi EN 361 e si collega nella parte anteriore alla cintura con un moschettone EN 362 apposito. Si tratta del moschettone HMS BELAY LOCK con ghiera a vite e sistema brevettato anti-rotazione.
Anche su questa serie, sotto l’anello sternale si trova una fettuccia che serve per collegare un bloccante ventrale. Questo andrà poi fissato alla parte inferiore con una maglia rapida triangolare.
Modello GOLDEN TOP PLUS
Il modello di imbracatura per lavoro su fune GOLDEN TOP PLUS ha gli anelli di posizionamento EN 358 ed anticaduta EN 361 in acciaio al carbonio.
Modello GOLDEN TOP PLUS ALU
Il modello di imbracatura per lavoro su fune GOLDEN TOP PLUS ALU invece ha gli anelli EN 358 ed EN 361 in alluminio.
Modello GOLDEN TOP EVO ALU
Infine, il modello di imbracatura per lavoro su fune GOLDEN TOP EVO ALU è caratterizzato da una ampia e importante imbottitura. L’imbottitura interessa tutta la parte posteriore, fino agli spallacci, e avvolge bene anche la cintura di posizionamento.
Nella parte lombare l’imbottitura è aperta ed è presente una retina per migliorare la traspirabilità nella zona della schiena più soggetta al sudore.
Anche i cosciali hanno la particolarità di essere aperti nell’imbottitura e con la stessa retina.
Infine, tutti gli anelli EN 358 ed EN 361 sono in alluminio.
Imbracatura per lavoro su fune: serie ACCESS
ACCESS SIT con GOLDEN CHEST
La Access Sit è un’imbracatura bassa, che da sola può essere usata solo come posizionamento. Per poter essere utilizzata nel lavoro su fune deve essere unita al pettorale GT Chest.
Questo imbraco ha un’imbottitura molto ampia al cinturone e ai cosciali. Nasce per chi deve stare appeso veramente tanto tempo e in condizioni gravose o semplicemente per chi desidera un imbraco molto imbottito.
Gli attacchi EN 358, EN 813 ed EN 361 sono in alluminio.
La cintura di posizionamento ha tre anelli portamateriali e tre asoline per il collegamento di sacche portamateriale. Nella parte posteriore è presente un’asola EN 358.
Il seggiolino è collegabile con due fibbiette come nella serie GT.
ACCESS XT BLACK
Derivato dalla Access SIT troviamo l’ACCESS XT BLACK. Si tratta di un imbraco certificato anche ANSI.
Le parti superiore e inferiore non sono staccabili in quanto la norma ANSI non lo permette e sono collegate tra di loro come nella serie GT. È dotato di indicatore di caduta e sistema di “parcheggio” dei cordini anticaduta sugli spallacci, come sulla GT XT.
Come sacche portamateriali è possibile collegare la TOOLS BAG. Questa viene fornita già con due piccole maglie rapide per il collegamento alle asoline della GT o agli anelli della GOLDEN TOP.
Quando si lavora su fune è bene collegare tutti gli attrezzi di lavoro all’imbracatura o al seggiolino. Lo scopo è evitare che attrezzi meccanici, elettrici o utensili possano cadere e ferire qualcuno.
Per questo C.A.M.P. propone due elastici porta attrezzi, il TOOLER e il SAWER, da utilizzare diversamene a seconda del tipo di attrezzo.
Come tutte le imbracature di C.A.M.P., anche quelle per lavoro su fune sono testate per utilizzo fino a 150 Kg dell’operatore.
Gli imbrachi sono inoltre dotati del tag C.A.M.P. NFC TRACK. utilizzabile attraverso la piattaforma C.A.M.P. G.T.S. Gear Tracking System. Si tratta di un’evoluzione sul sistema Exteryo Safety che permette una facile gestione del DPI per l’immagazzinamento e i controlli ispettivi periodici.
A questo proposito ti potrebbe interessare leggere il mio articolo sulla Gestione DPI.
Infine, tutti gli imbrachi sono prodotti in due taglie.
Garanzia imbracatura per lavoro su fune
Le imbracature per il lavoro su fune di C.A.M.P. hanno una garanzia di 3 anni contro ogni difetto del materiale o di fabbricazione, a partire dalla data di acquisto
Scadenza imbracatura per lavoro su fune
La durata di vita delle imbracature per il lavoro su fune di C.A.M.P. è di 10 anni a partire dalla data del primo utilizzodel prodotto e sono previsti al massimo due anni di stoccaggio.
La scadenza non può in ogni caso protrarsi oltre la fine del dodicesimo anno dalla fabbricazione. Ad esempio, se l’anno di fabbricazione è 2020, la durata di vita arriva fino a tutto il 2032.
Manutenzione imbracatura per lavoro su fune
Come tutti i DPI di III^ categoria, anche Le imbracature per il lavoro su fune di C.A.M.P. sono soggette a controlli pre e post uso. Inoltre, è prevista un’ispezione completa al massimo ogni 12 mesi da parte di persona competente ai sensi della norma EN 365:2008.
Le altre imbracature di C.A.M.P.
Il catalogo di C.A.M.P. è molto ampio e con prodotti capaci di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza. Ho parlato delle altre imbracature di C.A.M.P. in questi articoli:
- Imbracatura di sicurezza per lavori in quota: i prodotti C.A.M.P. per i tralicci;
- Imbracatura di sicurezza per il soccorso: i prodotti di C.A.M.P. per i VVF;
- Soccorso industriale: le imbracature C.A.M.P. per soccorritori professionisti;
- Soccorso alpino: l’imbracatura Air Rescue Evo di C.A.M.P. per i soccorritori;
- Imbracature anticaduta: tutto ciò che devi sapere e le proposte di C.A.M.P..
Se sei interessato alle imbracature per il lavoro su fune di C.A.M.P. per la tua attività, richiedi un test gratuito nella tua sede compilando il Modulo Richieste.
Oppure per ricevere informazioni tecniche e commerciali compila il form che trovi qui sotto.
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Scadenza imbracatura per lavoro su fune
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La scadenza non può in ogni caso protrarsi oltre la fine del dodicesimo anno dalla fabbricazione. Ad esempio, se l’anno di fabbricazione è 2020, la durata di vita arriva fino a tutto il 2032.
Scadenza imbracatura per lavoro su fune
La durata di vita delle imbracature per il lavoro su fune di C.A.M.P. è di 10 anni a partire dalla data del primo utilizzodel prodotto e sono previsti al massimo due anni di stoccaggio.
La scadenza non può in ogni caso protrarsi oltre la fine del dodicesimo anno dalla fabbricazione. Ad esempio, se l’anno di fabbricazione è 2020, la durata di vita arriva fino a tutto il 2032.