Sommario
L’emorragia esterna è una delle patologie tempo dipendenti di cui parliamo nell’articolo sul primo soccorso industriale e fa parte delle cosiddette “emorragie massive” che comportano un sanguinamento incontrollato da parte del paziente ferito.
Gli eventi che possono causare un’emorragia esterna agli arti sono tanti: tagli causati da elettroutensili malfunzionanti, lamiere taglienti, motoseghe, ecc. Potrebbe trattarsi di una semplice ferita da taglio oppure anche di un’amputazione di un arto.
Come ci ha spiegato Marco Cerminara nel precedente articolo sull’emorragia interna, anche l’emorragia esterna agli arti deve essere bloccata immediatamente, pena la morte o la grave inabilità della vittima. Per fare questo esistono dispositivi semplici e idonei ad essere utilizzati da personale di soccorso, naturalmente dopo opportuno addestramento.
È chiaro che questi dispositivi non bloccano la causa dell’emorragia, ma ne limitano i danni, ritardando l’evoluzione verso uno shock emorragico irreversibile. Sostanzialmente, sono dispositivi utili a come fermare il sangue. Quindi, la vittima deve essere affidata al più presto a personale medico-sanitario che effettuerà le cure medico-chirurgiche necessarie.
È fondamentale però, soprattutto negli spazi confinati, intervenire subito per fermare emorragia, prima di ogni altra operazione.
E questo deve essere fatto dalla squadra di soccorso industriale. Ricordiamo che ci sono luoghi, soprattutto gli spazi confinati, nei quali il personale sanitario non può o non riesce ad entrare. Perciò, è compito della squadra di soccorso industriale, che sia in capo all’azienda o una ditta esterna, entrare per stabilizzare il paziente e portarlo in modo sicuro all’esterno.
In un contesto di soccorso industriale, i presidi per fermare un’emorragia esterna sostanzialmente sono due: un particolare tipo di laccio emostatico che si chiama Tourniquet e una benda emostatica compressiva.
Questi dispositivi sono di origine militare, sviluppati e utilizzati per primi dalle Forze Armate Statunitensi e Israeliane (un particolare tipo di benda compressiva si chiama proprio Benda Israeliana).
Abbiamo parlato di alcuni di questi dispositivi anche nell’articolo sugli spazi confinati in cui presento 20 presidi utili che non devono mancare in un kit pronto soccorso.
Vediamo adesso in dettaglio ognuno di questi dispositivi.
Emorragia esterna: i modelli di tourniquet
Il Tourniquet è un particolare tipo di laccio emostatico, salvavita, che nasce per essere usato in autosoccorso e utile nel caso di emorragia esterna. È un’evoluzione del classico laccio emostatico che tutti conosciamo, ma pensato per essere usato anche con una sola mano ed essere tenuto in sede per molto tempo. Infatti, numerosi studi dimostrano che può rimanere applicato senza causare danni a tessuti, nervi, ecc. fino a circa 2 ore.
Dopo le prime sperimentazioni in campo militare, si è cominciato ad utilizzarlo anche in campo civile. Successivamente all’attentato alla maratona di Boston, dove molte persone sono morte per dissanguamento, il sistema di emergenza statunitense decise di introdurre l’uso del tourniquet per il soccorso civile.
Posizionamento laccio emostatico: il tourniquet si utilizza sugli arti superiori e inferiori e deve essere posizionato sempre il più possibile a monte della ferita.
Nel caso del braccio lo posizioneremo appena sotto la spalla mentre nel caso della gamba appena sotto l’inguine. Queste sono le migliori posizioni dove la pressione esercitata dal Tourniquet comprime i vasi sanguigni contro l’omero o contro il femore bloccando così l’afflusso e il deflusso di sangue.
Se non fosse possibile applicarlo sulla cute scoperta lo si può posizionare anche sopra agli abiti.
Sempre che questi non siano troppo ingombranti da non permettere un’adeguata pressione o che possano far scivolare il dispositivo.
Prima dell’applicazione sulla gamba, è importantissimo rimuovere eventuali oggetti nelle tasche o nell’area di azione del tourniquet, che possono interferire con il funzionamento del presidio.
In caso di forte e persistente emorragia se ne possono applicare anche due, uno di fianco all’altro.
Esistono diverse tipologie di Tourniquet. Ecco tutti i modelli raccomandati dal CoTCCC (Committee on Tactical Combat Casualty Care) il comitato che rielabora periodicamente le linee guida per la cura dei traumi in ambiente tattico.
Vediamo quali sono i principali modelli di Tourniquet e più venduti in campo civile.
C-A-T
Il primo dei modelli Tourniquet utilizzati per fermare un’emorragia esterna è il C-A-T® (Combat Application Tourniquet), giunto alla settima generazione ed è uno dei più efficaci e conosciuti. È costituito da una fascia in velcro, che passa in un’asola di plastica formando un bracciale, e da un bastoncino che si ruota per dare la tensione necessaria.
Applicazione e posizionamento laccio emostatico tourniquet C-A-T:
- Applicazione sul braccio: si inserisce la mano nell’anello formato dalla fascia (nel caso di autosoccorso si riesce benissimo anche con una mano) poi si tira il capo libero e si blocca sul velcro;
- Applicazione sulla gamba: è molto più comodo usarlo a capo libero, girarlo attorno alla coscia e poi far passare la fascia nell’asola di plastica;
- Successivamente, si ruota il bastoncino di plastica che agisce a torchio su una fettuccia che passa all’interno della fascia, fornendo una pressione corretta su tutta la circonferenza della fascia, fino a fermare l’emorragia;
- Poi si inserisce il bastoncino in un’asola a C di plastica e lo si blocca con un velcro che chiude la fessura della asola a C.
- A completamento dell’operazione è fondamentale scrivere l’ora di applicazione in un apposito spazio.
Il Tourniquet sarà poi rimosso dai sanitari quando lo riterranno opportuno.
È in assoluto il dispositivo di questo tipo più copiato: basta andare su qualunque sito di vendita online e si trovano copie di tutti i prezzi. È scontato dire che sono di qualità ben lontana dall’originale.
Gli aspetti negativi di questo tipo di prodotto (vedremo poi altri dispositivi con sistemi di chiusura simile al CAT) sono:
- Velcro: nel soccorso tecnico o industriale non si opera in ambienti puliti e il velcro potrebbe sporcarsi, bagnarsi, riempirsi di sangue durante l’applicazione e non funzionare più tanto bene.
- Sistema di trazione: far ruotare e fissare il bastoncino di plastica in autosoccorso con una mano sola, potrebbe essere non semplice. Sicuramente se la vittima sta usando un tourniquet è perché ha subito un trauma importante e potrebbe essere sotto forte stress. Quindi, anche una semplice operazione che in addestramento si compie senza problemi, in una situazione reale potrebbe essere complicata.
In Italia è distribuito dalla ditta Flamor.
Qui un video che spiega come piegare correttamente un CAT:
SAM XT
Il secondo dei modelli Tourniquet utilizzati per fermare un’emorragia esterna è il SAM® XT (Extremity Tourniquet) che è molto simile al C-A-T., ma si differenzia nella fascia in velcro. Infatti, in questo caso è sostituita da una fascia con una serie di fori che si blocca con un sistema brevettato dentro ad un meccanismo autobloccante denominato TRU-FORCE™.
Secondo il produttore, il vantaggio è dato dal fatto che a differenza della fascia in velcro che potrebbe non funzionare bene se bagnata o infangata, questo sistema è da ritenersi più sicuro.
Applicazione e posizionamento laccio emostatico tourniquet SAM XT:
- Come nel C-A-T, si può usare con una mano sola, infilando l’arto nell’anello formato dalla fascia già inserita nella fibbia oppure con due mani;
- Una volta trovata la posizione migliore, si tira la fibbia sino a udire un caratteristico rumore generato da due perni, che scattano ad una determinata tensione, e che si infilano nei buchi della fibbia bloccandola in posizione;
- Si ruota il bastoncino di metallo, che agisce a torchio su una fettuccia che passa all’interno della fascia, fornendo una pressione corretta su tutta la circonferenza della fascia, fino a fermare l’emorragia;
- Poi si inserisce il bastoncino in un’asola a C di plastica e lo si blocca con un velcro che chiude la fessura della asola a C;
- A completamente dell’operazione è fondamentale scrivere l’ora di applicazione in un apposito spazio;
- L’efficacia di pressione è ottimizzata da una piastra denominata TRU-FLEX™.
SAM XT è prodotto da SAM Medical, distribuita in esclusiva in Italia da SAGO Medica.
Ecco un video esemplificativo sul SAM XT:
Sia il CAT che il SAM XT hanno una fascia larga che lavora su una buona porzione di arto. Per utilizzo in ambienti molto bui è meglio utilizzare le versioni con colori più accesi, per migliorare la visibilità.
RATS
Il terzo dei modelli Tourniquet utilizzati per fermare un’emorragia esterna è il RATS (Rapid Application Tourniquet System). È costituito da un elastico di gomma che si gira più volte attorno all’arto e poi si blocca in un apposito fermo metallico.
Ha l’indubbio vantaggio di essere molto piccolo e poter essere usato facilmente su arti di qualunque dimensione e anche in campo cinofilo. L’elastico è in colori molto accesi e pertanto ben visibile anche in ambienti bui.
È un po’ più difficoltoso nell’utilizzo con una mano sola e quando lo si applica bisogna fare attenzione a creare una serie di spire ben parallele, così da avere una superficie di pressione uniforme.
Il RATS è invece più comodo, rispetto ad altri, da usare con i guanti o in ambienti con fango o sporcizia.
Uno studio dell’Università di Cambridge sull’utilizzo dei lacci emostatici per il controllo dell’emorragie, dimostra che se ben applicato l’efficacia è pari a quella degli altri modelli. È prodotto dalla Rapid Medical.
Ecco un video esemplificativo sul RATS:
Altri modelli di tourniquet
Altri modelli di tourniquet per il controllo di un’emorragia esterna, ma meno usati in campo civile, sono:
SOF-T
Il SOF-T® (Special Operations Forces Tourniquet) è simile al C-A-T ed è anch’esso molto diffuso. La differenza principale è che anziché bloccare su un velcro si blocca in una fibbia, tipo zaino o cintura. Poi si gira un bastoncino e lo si infila nella solita asola a C e si assicura con un triangolo di plastica.
Ecco un video esemplificativo sul SOF-T:
SWAT-T
SWAT-T™ sta per Stretch Wrap And Tuck Tourniquet: un nastro elastico di gomma che deve essere allungato, avvolto attorno all’arto e poi annodato.
Difficile da usare in autosoccorso. È particolarmente raccomandato in campo cinofilo.
Ecco un video esemplificativo sul SWAT-T:
MAT
Il MAT (Mechanical Advantage Tourniquet) è semplice da applicare: si tira la fascia bloccata in una fibbia e poi si applica la tensione girando un disco. Un po’ ingombrante e poco pratico.
Ecco un video esemplificativo sul MAT:
XT8
XT8 è un prodotto che sembra di derivazione MAT, ma con il sistema di rotazione meccanica che sembra più efficiente e pratico del precedente.
S.T.A.T.
Lo S.T.A.T® è piccolo, ma è anche poco efficace per fermare un’emorragia esterna. Praticamente è molto simile ad una fascetta da elettricista.
Ecco un video esemplificativo sul S.T.A.T:
RMT
Il RMT® (Ratcheting Medical Tourniquet) è simile al precedente, ma fatto meglio. Si blocca con un sistema a cricchetto, per capirsi tipo la chiusura di uno snowboard. E’ semplice da usare sul braccio, ha un’asola da prendere con la bocca per tenerlo in posizione durante la fase di tensione. Invece, è difficile da usare sulla gamba perché l’inserimento della fascia nella fibbia è complicato. Creare tensione è semplice perché basta tirare due-tre volte il cricchetto. Non avendo velcri è più sicuro da usare anche in ambiente acquatico. È anch’esso inserito nella lista raccomandata dal CoTCCC.
TX
Il tourniquet TX™ è molto simile al precedente RMT. Esiste anche nella versione TX2 con fascia alta 5 cm e nella versione TX3 con fascia alta 7,6 cm. Si blocca sempre con un sistema a cricchetto.
TMT
TMT ™ Tactical Medical Tourniquet. Una via di mezzo tra il CAT® e il SOF-T.
TACMED
TacMed™ K9 Tourniquet: un tourniquet studiato appositamente per uso cinofilo.
ECT Everyday Carry Tourniquet
ECT È più orientato verso un utilizzo civile quotidiano, enfatizzando la compattezza e la facilità di trasporto. Ha un design semplificato per consentire un utilizzo rapido ed efficace in situazioni di emergenza non militari. Nonostante sia comodo da portare, alcune recensioni sottolineano che può essere meno efficace del CAT in termini di applicazione della pressione necessaria per fermare un’emorragia severa. Il nastro più stretto può aumentare il disagio durante l’uso, e il sistema di bloccaggio può risultare scomodo.
TOURNEI-KEY
Tourni-Key menzione speciale per questo aggeggio di plastica che si usa per stringere e bloccare qualsiasi nastro avvolto attorno ad una ferita.
EMT
Esistono anche dei Tourniquet pneumatici, che funzionano come il bracciale degli sfigmomanometri. Si mettono attorno all’arto e si pompa aria all’interno del dispositivo fino ad ottenere la compressione desiderata.
Ad esempio: EMT (Emergency And Military Tourniquet).
Ricordiamo che sono tutti dispositivi monouso. In addestramento si utilizzano dispositivi riutilizzabili specifici per la formazione.
Emorragia esterna: i modelli di Tampobenda
Un altro dispositivo da utilizzare per fermare un’emorragia esterna è la tampobenda. Si può utilizzare da sola, per emorragie di bassa intensità, oppure subito dopo aver messo il tourniquet per chiudere bene la ferita.
È una benda con una parte iniziale a tampone che si applica direttamente sulla ferita e poi si gira bene la benda attorno all’arto, con movimenti ad 8 e alla fine la si blocca saldamente.
In questo video si vede un esempio di applicazione di tampobenda:
Benda israeliana
Un particolare tipo di tampobenda, utilizzato tantissimo nel soccorso e per un’emorragia esterna, è la cosiddetta benda israeliana. Dal nome si capisce già l’origine. Infatti, è stata inventata da un medico militare israeliano negli anni ’90 ed è diventata in breve tempo la benda più utilizzata nell’ambiente militare.
È studiata per essere applicata facilmente anche in autosoccorso. L’originale è prodotta dalla PerSys Medical che detiene il marchio Israeli Bandage®, ma sul mercato si trovano tantissime copie, alcune purtroppo anche di infima qualità. Il prodotto è conservato sottovuoto.
Qui un video descrittivo di una benda israeliana:
Come è composta la benda israeliana:
- Garza: la benda israeliana ha un cuscinetto di garza cucito nella fascia elastica;
- Elastico: una lunga fascia elastica che consente di avvolgere una ferita più volte, applicando una pressione sufficiente;
- Barra di fissaggio: la barra di fissaggio è cucita all’estremità dell’elastico. Una volta che hai avvolto la ferita, puoi agganciare la barra di fissaggio a forma di C nella benda;
- Barra di pressione: la barra di pressione a forma di U è fissata all’esterno della fascia elastica, direttamente dietro alla garza. Si fa passare l’elastico attraverso la barra di pressione, per applicare una maggiore pressione direttamente sulla ferita;
- Loop per l’applicazione con una sola mano: vicino al cuscinetto di garza, un anello viene cucito nella benda, consentendo di farla scivolare sul nostro braccio per tenere ferma la benda durante l’applicazione con una sola mano (autosoccorso).
Come si applica la benda israeliana:
- Scartare la benda;
- Valutare bene il posizionamento sulla ferita. La posizione ottimale sarebbe tra l’etichetta e l’applicatore di pressione;
- Posizionare il tampone di garza sulla ferita sulla ferita e continuare a mantenere la pressione (non interrompere la pressione finché la benda non esercita una pressione da sola);
- Avvolgere la fascia elastica intorno alla zona ferita;
- Passare l’elastico attraverso l’applicatore di pressione. Tirare indietro l’applicatore di pressione sulla ferita;
- Continuare ad avvolgere la ferita fino a quando non finisce l’elastico. Fare pressione mentre si avvolge. È possibile ruotare l’elastico mentre si passa sopra l’applicatore di pressione. Questo aiuterà ad applicare una pressione precisa;
- Alla fine, bloccare con la barra di fissaggio.
Vedere il video di esempio di applicazione di una benda israeliana:
Un altro vantaggio della benda israeliana è che si può utilizzare non solo sugli arti, ma anche in altre parti del corpo, ad esempio sulla testa.
L’originale è prodotto in diverse versioni, tra le quali l’ultimo modello T3 che ha una garza maggiorata e permette di ruotare la barra di fissaggio come un tourniqet, così da dare ancora più compressione.
Altri modelli di tampobenda
Naturalmente esistono altri dispositivi utili fermare un’emorragia esterna, ma sono utilizzati tipicamente da medici o personale sanitario.
Alcuni di questi sono ad esempio:
Conclusioni
In questo articolo abbiamo inteso trattare solo i dispositivi utili nel soccorso industriale o nel soccorso tecnico che possono essere utilizzati da personale formato anche non sanitario.
Naturalmente, essendo dispositivi medici è necessario un adeguato corso di formazione eseguito da personale preparato e specializzato.
Una formazione di base prevede un percorso formativo PHTC (Pre Hospital Trauma Care) che potrebbe durare dalle 8 alle 16 ore. In questo corso si acquisiscono competenze necessarie per intervenire in modo corretto in un ambiente di lavoro.
In questi corsi, da tenersi preferibilmente sul sito di lavoro, utilizziamo dei simulatori molto realistici per addestrare il personale in una situazione più vicina possibile ad un evento reale.
Per un buon addestramento sulle tecniche di Bleeding control si utilizzano i simulatori medici distribuiti in Italia da So.Fra.Pa.
Articolo scritto in collaborazione con Marco Cerminara, Emergency & Clinical Specialist.
Marco è uno Specialista in Soccorso avanzato in emergenze Extraospedaliere. Da diversi anni si occupa di formazione in emergenza extra-ospedaliera operando soprattutto in ambiente impervio e nel sistema territoriale d’emergenza-urgenza 1-1-8/1-1-2.
Lo studio della medicina e l’esperienza sul campo gli consentono di poter mettere a disposizione il know how acquisito. Collabora con diverse figure professionali nella ricerca di soluzioni e procedure idonee applicabili in caso di emergenza sanitaria.
Per informazioni tecniche o commerciali sui dispositivi per la gestione dell’emorragia esterna Contattami
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