Sommario
Introduzione
Questo articolo è il primo di una serie dedicata ai cani da ricerca e alle unità cinofile da soccorso, un tema di grande importanza nel mondo del soccorso. Infatti, questi straordinari team composti da cani addestrati e volontari altamente qualificati, svolgono un ruolo fondamentale nelle operazioni di ricerca e soccorso in caso di calamità naturali o incidenti.
Con il loro fiuto affinato e la loro straordinaria capacità di adattamento, i cani da ricerca e soccorso possono individuare persone disperse, soccorrere i feriti e portare conforto alle vittime.
Ogni addestramento è mirato a sviluppare le abilità specifiche necessarie per fronteggiare situazioni complesse e per affrontare sfide uniche.
In questi articoli vi guideremo tra le varie fasi di addestramento cani da ricerca e non solo. Infatti, parleremo degli aspetti chiave della gestione dei cani da soccorso e dell’importanza di una stretta collaborazione tra il cane e il suo conduttore.
Scoprirete come queste unità cinofile da soccorso sono veri e propri angeli custodi, pronti a intervenire in qualsiasi momento per salvare vite umane. Preparatevi a conoscere da vicino il lavoro eroico svolto da questi meravigliosi cani e dai loro conduttori.
I cani da ricerca
I cani da ricerca sono cani opportunamente addestrati, fin da cuccioli, alla ricerca delle persone scomparse. Certamente la prima caratteristica di un cane da ricerca è quella di avere un buon olfatto. Questo però è solo una parte delle abilità che servono per svolgere al meglio questo lavoro. In più devono esserci anche l’attitudine a seguire il conduttore (“docilità” in gergo tecnico) e la capacità di non farsi distrarre e restare concentrati sul lavoro. Insieme, ovviamente, alla capacità di reggere un impegno intenso e prolungato.
L’addestramento inizia fin dai primi mesi di vita del cane, con delle piccole e brevi sessioni di lavoro propedeutiche a quella che poi sarà la formazione specifica. L’addestramento viene proposto al cane sempre sotto forma di gioco. Questo perché è sempre attraverso il gioco, che questi cani vengono formati anche per un compito così importante.
Il ruolo del conduttore è estremamente importante sia nella formazione che nella vera e propria attività di ricerca.
Questa è un’attività che cane e conduttore svolgono quasi in simbiosi, creando un legame fortissimo e davvero speciale. Anche se parliamo di un cane da lavoro, dobbiamo tenere presente che migliore è la relazione/rapporto con il conduttore e migliori saranno i risultati.
Il conduttore inoltre dev’essere assolutamente determinato e costante nel percorso di addestramento cani da ricerca. Infatti, se davvero ha come obiettivo quello di diventare un binomio operativo deve essere consapevole che la formazione dei cani da ricerca dura circa due anni.
In maniera specifica, gli addestramenti del futuro cane da ricerca iniziano prima di tutto con il lavoro sulla educazione/gestione in casa e poi negli ambienti esterni. Obbedienza, palestra, e ovviamente tutto il lavoro di naso in base alla disciplina di ricerca per la quale il cane verrà addestrato.
Varie specializzazioni dei cani da ricerca
Vediamo quindi le varie discipline di ricerca persone, le caratteristiche principali e le differenze fra di esse.
Ricerca di superficie
Sicuramente la specialità più conosciuta è la ricerca in superficie anche detta “a scovo”. In questo caso, i cani da ricerca in superficie, detti anche cani da ricerca su macerie, lavorano liberi e quindi senza guinzaglio. Battendo con precisione la zona che gli viene indicata dal conduttore, cercano qualsiasi persona di solito viva. Usando il così detto “teleolfatto” seguono le molecole di odore che vengono trasportate nell’aria e, una volta trovata la persona, segnalano abbaiando finché il conduttore non li raggiunge.
Ricerca su macerie
Lo stesso principio della ricerca su superficie vale anche per la ricerca su macerie. La differenza, in questo caso, è che i cani da ricerca devono avere una ancor più grande consapevolezza del proprio corpo, essendo questo un terreno molto difficile. Inoltre, devono essere allenati a livello olfattivo a riconoscere e segnalare eventuali effluvi o infiltrazioni d’odore tra le macerie. In questa disciplina, quindi, i cani da ricerca cercano e segnalano la presenza di qualsiasi persona, di solito viva.
Le razze più utilizzate sono il Pastore Belga Malinois, il Pastore Tedesco Grigione, ma anche i Labrador Retriever o i Border Collie.
Le razze più utilizzate sono il Pastore Belga Malinois, il Pastore Tedesco Grigione, ma anche i Labrador Retriever o i Border Collie.
Mantrailing e i cani da ricerca molecolare
L’ultima specialità è quella del mantrailing. Avete mai sentito parlare di cani da ricerca molecolare o più semplicemente “cani molecolari”? Questa dicitura non corrisponde molto alla realtà perché tutti i cani sono in grado di percepire le singole molecole odorose. Di conseguenza, tutti i cani possono essere definiti molecolari. Si tratta, perciò, una dicitura prettamente giornalistica.
Tornando al mantrailing, ai cani da ricerca addestrati per questa specialità, viene insegnato a seguire lo stesso percorso (traccia) compiuto da una persona scomparsa o dispersa. Partendo da un input olfattivo con il suo odore (indumento, oggetto, ecc.), il cane dovrà ritrovarla e segnalarla anche tra tante altre.
La differenza rispetto alla ricerca a scovo, è che nel mantrailing il cane ricerca solo quell’odore che gli viene proposto.
Segue quella specifica traccia come si segue le briciole di pane di Pollicino, anche se sul percorso sono presenti moltissimi altri odori (umani e non).
Durante il lavoro, dunque, il binomio si reca generalmente nell’ultimo posto in cui la persona è stata vista e da qui parte la ricerca. I cani da ricerca in questo caso lavorano con un guinzaglio lungo solitamente 10 metri agganciato ad una pettorina, in quanto lavora anche in contesti urbani. Una volta ritrovata la persona, per segnalarla al conduttore, di solito le si siede davanti.
Molto importante, inoltre, è che il cane da mantrailing è capace anche di segnalare la mancata presenza di un odore in un determinato punto. Significa che riesce a comunicare al conduttore che quella persona in quel preciso punto, non c’è mai stata.
La razza per eccellenza utilizzata è il Bloodhound o Cane di Sant’Uberto. Infatti, è il cane con il maggior numero di recettori olfattivi e quindi con maggior potenziale.
Per la ricerca di persone morte, invece, non è scontato che cani da ricerca preparati per una di queste discipline, riescano a trovarla. Questo perché l’odore di una persona viva è completamente diverso da quello di una persona morta. A quest’ultimo il cane va abituato e opportunamente addestrato.
Il mondo del soccorso cinofilo
Sono tre gli step per poter entrare a far parte di una squadra di soccorso cinofilo. Innanzitutto, è necessario che il binomio cani da ricerca e conduttore, segua con costanza i due anni di addestramento. In secondo luogo, che si sottoponga poi ad un esame che ne certifichi e brevetti le competenze. Infine, per poter intervenire in una situazione reale, è necessario che il binomio faccia parte di un’associazione di protezione civile, che verrà allertata direttamente dalla Prefettura.
Purtroppo, a volte accade anche che le unità cinofile da soccorso vengano chiamate anche dopo numerosi giorni (o settimane) dalla scomparsa della persona. Oppure anche dopo che altre metodiche di ricerca non hanno dato il risultato sperato.
Articolo scritto in collaborazione con Simone Marinoni, Vigile del Fuoco volontario.
Simone è un Vigile del Fuoco volontario in servizio attivo con specializzazione di tecnico PLE, tecnico di soccorso corde e soccorritore fluviale. E’ anche tecnico SAR e istruttore di ricerca e soccorso. Simone è membro del team di Danilo Girelli.
Per questo articolo Simone si è avvalso della collaborazione di Azzurra Romano, Educatrice cinofila e Tecnico di Mantrailng.
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